29 maggio 2014

Attorno a Casalina, nell'antica Fraise, era il castagno a fornire la maggior parte del reddito

Nell'Estimo del 1508 la Valdantena, a differenza da altre zone del Pontremolese identificate con toponimi collettivi, è suddivisa in base ai singoli nuclei abitati dell'omonima comunità, al cui centro Casalina ospitava la cappella e, poi. dal XVI secolo, la parrocchiale. Per il Campi questa chiesa era stata costruita addirittura nel 558 (il cronista Villani cita il 567 per l'edificazione della chiesa di S. Matteo de valle Anthenae), dopo che il Nord della Lunigiana era stato fortificato, nel 261, dagli Apuani, là ritiratisi quando i Germani scesero dalla valle Padana in Toscana. Sono notizie prive di fondamento: prima della metà del XIII Secolo non si trovano, infatti, dati certi, ma si hanno soltanto illazioni correlate al ruolo di Valdantena (o meglio: Fraise) negli importanti tracciati viari che la attraversavano.
Il toponimo Fraise (oggi completamente scomparso) rimanda a Valdantena o, più specificamente, a Casalina); è attestato nella prima Decima Bonifaciana, che, nel 1296/97, cita la cappella di Flayse (o de Fraise), dipendente dalla Pieve di Urceola-Saliceto, L’identificazione fra Valdantena e Flayse/Fraise/Faisio, proposta da Cavalieri, è supportata anche da un “Consolatus de Frasio”, incaricato (così gli Statuti di Pontremoli) della manutenzione della strada verso Bosco di Corniglio, nonché dalla “Cappella de Antena et Fraese” citata nell’Estimo della Diocesi di Luni del 1470-71. Per di più, gli stessi Statuti, allorché individuano i compensi per i “correrii Communis”, pongono, “Faisio” in tertijs Villis”, come “Cauezana de Anthena, Montelongo, Groppotalosio, Versola”.
A Casalina - il toponimo è frequente nel Pontremolese e rimanda (così il Lexicon del Du Cange) ad un “locus ubi Casæ ædificatæ fuerunt, aut ædificari possunt” - l'Estimo attesta la presenza di 14 fuochi fiscali, dei quali 13 proprietari di case. C'erano, quindi, 14 famiglie possidenti beni immobili o correlati all'agricoltura. A costituire la loro valutazione complessiva (1.198 lire e 4 soldi) concorrevano le 13 domus (ogni casa 40 lire, indipendentemente dalle sue caratteristiche quantitative e qualitative, valeva 40 lire), 183 appezzamenti di terra (670 lire e 10 soldi) e 42 animali, di cui 40 capi di proprietà di 5 famiglie residenti nel paese e 2 appartenenti a residenti altrove e affidati a Giovanni fu Matteo Capeleti. I 40 capi di bestiame erano 38 fra pecore e capre e 2 vacche, il tutto stimato 7 lire e 14 soldi.
Il reddito dei terreni, il cui valore medio era di poco superiore alle 3 lire e 13 soldi, derivava per il 63,5% dagli 89 appezzamenti posti nelle pertinenze del paese. La restante quota proveniva da terre ubicate presso Groppodalosio (15,7%), Previdè (8,4%), Versola (6,9%), Toplecca (2,8), Logarghena (1,6%) e Pracchiola (1,2%). Si trattava, quindi, di proprietà localizzate nell'alta valle del Magra e, tranne i 7 terreni presso Pracchiola, nella parrocchia di Valdantena. Quanto alla destinazione agricola dei terreni appartenenti alla gente di Casalina, il 34,66% del reddito veniva dai castagneti. Seguivano seminativi (28,92%), prati (14,89%), vigneti (6,74%), orti (5,09%), canapaie (4,02%) e terreni alberati (3,56%, per lo più noceti). Percentuali minori erano quelle di incolti (1,01%), oliveti (0,45%), querceti (0,34%), cerreti (0,26%) e vigneti coltivati a pergola (0,07%). Non segnalati boschi, probabilmente beni comuni.
Quanto alle famiglie si notano gli Uggeri (Ser Giovanni fu Bartolomeo e Giovanni Maria fu Antonio de Raygafulcis), i Bondiei (probabilmente venuti da Gravagna) e i Tavaroni. Il più facoltoso era Giacomino fu Pietro di Bernardino, accreditato di una stima di ben 349 lire e 3 soldi (il 29,13% del totale), che possedeva terreni (per lo più seminativi, castagneti e prati) a Casalina, Groppodalosio, Previdè, Versola e Logarghena. Sopra le 100 lire c'erano i fratelli Bartolomeo ed Antonio Tavaroni; tutti gli altri erano censiti per stime variabili fra le 4 lire e mezza di Pedrone fu Lorenzo de Rino e le 70 lire e 15 soldi degli eredi di Bernardo fu Giovanni Pietro.
Attorno a Casalina c'erano terre appartenenti a fuochi di Groppodalosio (27), Versola (24), Previdè (12), Toplecca (4), Pontremoli ed Arzengio (3), Pracchiola (2) e Cavezzana d'Antena (1). In totale, nell'area di pertinenza del paese erano censite 273 particelle su 89 famiglie, a testimonianza di quel frazionamento della proprietà agraria che già allora caratterizzava il territorio pontremolese. Il grafico evidenzia, infine, le differenze fra il reddito prodotto dai terreni di Casalina ed il loro numero, suddivisi per colture, e, per un raffronto, (anche se i dati sono ancora parziali) il valore dei terreni nel vasto territorio pontremolese. (da Il Corriere Apuano, n. 21/2014, p. 3)


(notizie tratte, oltre che da documenti custoditi presso la Sezione di Pontremoli dell’Archivio di Stato di Massa, dalle opere di G. PISTARINO (Le pievi della Diocesi di Luni, la Spezia-Bordighera, 1961), G. FRANCHI – M. LALLAI (Da Luni a Massa Carrara – Pontremoli, Modena – Massa, 2000), N. ZUCCHI CASTELLINI (Cronache pontremolesi del Cinquecento, Parma, 1980), G. SFORZA (Memorie e documenti per servire alla storia di Pontremoli, Lucca-Firenze, 1887); E. CAVALIERI (Per la storia della Pieve di Saliceto, in Il Corriere Apuano, 1934.1935), B. CAMPI (Memorie storiche della Città di Pontremoli, Pontremoli, 1975); Pontremuli Statutorum ac Decretorum Volumen (Parma, 1571), C. DU CANGE (Glossarium mediae et infimae latinitatis, Niort, 1883-87)