Attorno a Casalina, nell'antica Fraise, era il castagno a fornire la maggior parte del reddito
Nell'Estimo
del 1508 la Valdantena, a differenza da altre zone del Pontremolese
identificate con toponimi collettivi, è suddivisa in base ai singoli
nuclei abitati dell'omonima comunità, al cui centro Casalina
ospitava la cappella e, poi. dal XVI secolo, la parrocchiale.
Per il Campi questa chiesa era stata costruita addirittura nel 558
(il cronista Villani cita il 567 per l'edificazione della chiesa di
S. Matteo de valle Anthenae), dopo che il Nord della Lunigiana
era stato fortificato, nel 261, dagli Apuani, là ritiratisi quando i
Germani scesero dalla valle Padana in Toscana. Sono notizie prive di
fondamento: prima della metà del XIII Secolo
non si trovano, infatti, dati certi, ma si hanno soltanto illazioni
correlate al ruolo di Valdantena (o meglio: Fraise)
negli importanti tracciati viari che la attraversavano.
Il
toponimo Fraise (oggi completamente scomparso) rimanda a
Valdantena o, più specificamente, a Casalina);
è attestato nella prima Decima
Bonifaciana, che, nel 1296/97, cita
la cappella
di Flayse
(o de Fraise),
dipendente dalla Pieve di Urceola-Saliceto, L’identificazione fra
Valdantena e Flayse/Fraise/Faisio,
proposta da Cavalieri, è supportata anche da un “Consolatus
de Frasio”, incaricato (così
gli Statuti
di Pontremoli) della manutenzione della strada verso Bosco di
Corniglio, nonché dalla “Cappella
de Antena et Fraese” citata
nell’Estimo
della Diocesi di Luni del 1470-71. Per di più, gli stessi Statuti,
allorché individuano i compensi per i “correrii
Communis”, pongono, “Faisio”
“in
tertijs Villis”, come “Cauezana
de Anthena, Montelongo, Groppotalosio, Versola”.
A
Casalina - il toponimo è frequente nel Pontremolese e rimanda (così
il Lexicon
del
Du
Cange)
ad un “locus
ubi Casæ ædificatæ fuerunt, aut ædificari possunt”
- l'Estimo attesta la presenza di 14 fuochi
fiscali, dei quali 13 proprietari di case. C'erano, quindi, 14
famiglie possidenti beni immobili o correlati all'agricoltura. A
costituire la loro valutazione complessiva (1.198 lire e 4 soldi)
concorrevano le 13 domus
(ogni casa 40 lire, indipendentemente dalle sue caratteristiche
quantitative e qualitative, valeva 40 lire), 183 appezzamenti di
terra (670 lire e 10 soldi) e 42 animali, di cui 40 capi di proprietà
di 5 famiglie residenti nel paese e 2 appartenenti a residenti
altrove e affidati a Giovanni fu Matteo Capeleti.
I 40 capi di bestiame erano 38 fra pecore e capre e 2 vacche, il
tutto stimato 7 lire e 14 soldi.
Il reddito dei terreni, il
cui valore medio era di poco superiore alle 3 lire e 13 soldi,
derivava per il 63,5% dagli 89 appezzamenti posti nelle pertinenze
del paese. La restante quota proveniva da terre ubicate presso
Groppodalosio (15,7%), Previdè (8,4%), Versola (6,9%), Toplecca
(2,8), Logarghena (1,6%) e Pracchiola (1,2%). Si trattava, quindi, di
proprietà localizzate nell'alta valle del Magra e, tranne i 7
terreni presso Pracchiola, nella parrocchia di Valdantena. Quanto
alla destinazione agricola dei terreni appartenenti alla gente di
Casalina, il 34,66% del reddito veniva dai castagneti. Seguivano
seminativi (28,92%), prati (14,89%), vigneti (6,74%), orti (5,09%),
canapaie (4,02%) e terreni alberati (3,56%, per lo più noceti).
Percentuali minori erano quelle di incolti (1,01%), oliveti (0,45%),
querceti (0,34%), cerreti (0,26%) e vigneti coltivati a pergola
(0,07%). Non segnalati boschi, probabilmente beni comuni.
Quanto alle famiglie si
notano gli Uggeri (Ser Giovanni fu Bartolomeo e Giovanni Maria fu
Antonio de Raygafulcis), i Bondiei (probabilmente
venuti da Gravagna) e i Tavaroni. Il più facoltoso era Giacomino fu
Pietro di Bernardino, accreditato di una stima di ben 349 lire e 3
soldi (il 29,13% del totale), che possedeva terreni (per
lo più seminativi,
castagneti e prati) a Casalina,
Groppodalosio, Previdè, Versola e Logarghena.
Sopra le 100 lire c'erano i fratelli Bartolomeo ed Antonio Tavaroni;
tutti gli altri erano censiti per stime variabili fra le 4 lire e
mezza di Pedrone fu Lorenzo de
Rino
e le 70 lire e 15 soldi degli eredi di Bernardo fu Giovanni Pietro.
Attorno
a Casalina c'erano terre appartenenti a fuochi
di Groppodalosio (27), Versola (24), Previdè (12), Toplecca (4),
Pontremoli ed Arzengio (3), Pracchiola (2) e Cavezzana d'Antena (1).
In totale, nell'area di pertinenza del paese erano censite 273
particelle su 89 famiglie, a testimonianza di quel frazionamento
della proprietà agraria che già allora caratterizzava il territorio
pontremolese. Il grafico evidenzia, infine, le differenze fra il
reddito prodotto dai terreni di Casalina ed il loro numero, suddivisi
per colture, e, per un raffronto, (anche se i dati sono ancora
parziali) il valore dei terreni nel vasto territorio pontremolese. (da Il Corriere Apuano, n. 21/2014, p. 3)
(notizie
tratte, oltre che da documenti custoditi presso la Sezione di
Pontremoli dell’Archivio di Stato di Massa, dalle opere di G.
PISTARINO (Le
pievi della Diocesi di Luni,
la Spezia-Bordighera, 1961), G. FRANCHI – M. LALLAI (Da
Luni a Massa Carrara – Pontremoli,
Modena – Massa, 2000), N. ZUCCHI CASTELLINI (Cronache
pontremolesi del Cinquecento,
Parma, 1980), G. SFORZA (Memorie
e documenti per servire alla storia di Pontremoli,
Lucca-Firenze, 1887); E. CAVALIERI (Per
la storia della Pieve di Saliceto,
in Il Corriere Apuano, 1934.1935), B. CAMPI (Memorie
storiche della Città di Pontremoli,
Pontremoli, 1975); Pontremuli
Statutorum ac Decretorum Volumen
(Parma, 1571), C. DU CANGE (Glossarium
mediae et infimae latinitatis, Niort,
1883-87)
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