4 aprile 2007

"Carissimo mio Figlio": una preghiera popolare per la Settimana Santa

Alcuni mesi fa (nel novembre 2006) avevo riportato in queste pagine un ricordo di come la settimana precedente la Pasqua fosse vissuta in Valdantena negli anni fra le due guerre mondiali, quando i paesi erano ancora densamente abitati e quando la chiesa parrocchiale era il fulcro di comunità la cui identità cristiana era ben viva. Riti diversi rispetto a quelli dei giorni nostri, vissuti con una religiosità meno problematica della nostra, talora anche infarcita di un qualcosa che ci appare quasi tendente a sconfinare verso i limiti della superstizione.

Su “Studi Lunigianesi”, la bella rivista della “Manfredo Giuliani” di Villafranca in Lunigiana, era stata pubblicata, assieme alla rievocazione della “Settimana Santa in Valdantena”, anche la “preghiera” che oggi ripropongo, un dialogo fra la Vergine Maria e Gesù, che si accinge a salire sulla croce per poi, dopo essere stato “sotto terra come il buon frumento”, ripresentarsi agli uomini, nella Domenica di Pasqua, “in cielo, in terra e nel Santissimo Sacramento dell'altare”.

La preghiera ha l’andamento discorsivo, tipico delle sacre rappresentazioni di origine medievale (ricorda in certi passaggi il “Pianto della Madonna” di Jacopone da Todi) ed è ricca di riferimenti alla cultura popolare, dal trionfo in Gerusalemme, alla figura del cavaliere, a quella del pellegrino (non è un caso che nei nostri monti il culto di S. Rocco fosse fra i più diffusi), alla giustizia pilatesca, alla metafora del buon frumento, che sotto la terra germoglia per rinascere e dare il pane alla gente dei campi.

Interessante è pure l’utilizzo del pronome “voi” come soggetto delle diverse forme verbali utilizzate nelle domande da entrambi gli interlocutori. Un uso, quello del voi come pronome di rispetto, rimasto, a livello residuale, fino oltre la metà del secolo scorso anche nei dialetti locali: il figlio si rivolgeva con il voi al padre, alla madre, ai nonni ed agli anziani della casa; nel componimento la seconda persona plurale del verbo è utilizzata, però, da entrambi gli interlocutori: da Gesu che con il voi si rivolge alla propria madre, ma anche da lei, che, conoscendo la grandezza soprannaturale del proprio Figlio, lo onora anche attraverso la scelta del linguaggio.

La preghiera mi era nota, ma la sua conoscenza era in certe parti sommaria e lacunosa, quasi una sorta di nebulosa che si perdeva nella lontananza dei ricordi. La ha ricostruita, invece, sulla base delle reminiscenze dei suoi nonni, Adriana Cavalieri, che la ha trascritta e me l’ha consegnata per la pubblicazione. Poi, proprio all’inizio di questa Settimana Santa, la telefonata della prof. Primavori, che la aveva letta su “Studi lunigianesi” lo scorso anno, mi ha fornito un’ulteriore notizia. Questo componimento – pressoché sconosciuto in alcune parti della Lunigiana, soprattutto nel fondovalle – era ben vivo nella montagna reggiana, dove “Carissimo mio figlio” doveva essere recitato dai fedeli tre volte al giorno per tutta la Settimana Santa. Un’altra prova, se ve ne fosse il bisogno, di quanto l’Appennino unisse le popolazioni abitanti sui suoi opposti versanti.


Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno della Domenica delle Palme?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno della Domenica delle Palme entrerò trionfante in Gerusalemme.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno del Lunedì Santo?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno del Lunedì Santo sarò vestito da cavaliere.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno del Martedì Santo?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno del Martedì Santo sarò vestito da pellegrino.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno del Mercoledì Santo?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno del Mercoledì Santo sarò venduto per trentatrè denari.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno del Giovedì Santo?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno del Giovedì Santo sarò giudicato da Ponzìo Pilato.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno del Venerdì Santo?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno del Venerdì Santo sarò sul legno della croce.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno del Sabato Santo?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno del Sabato Santo sarò sotto terra come il buon frumento.

Carissimo mio Figlio, dove sarete il giorno della Domenica?

Carissima mia Madre, Vergine Maria, il giorno della Domenica sarò in cielo, in terra e nel Santissimo Sacramento dell'altare.

Tutti coloro che reciteranno questa mia santa preghiera e avessero più peccati che foglie in terra e pesci in mare li voglio salvare e insieme a loro anche quattro delle loro famiglie.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,
ti ringrazio per questa pubblicazione che mi ha riportato all'infanzia in cui miei nonni recitavano questa preghiera in forma di racconto alla fine del rosario. La preghiera dei miei nonni era più breve (forse non ne conoscevano delle parti).

Buon lavoro

Antonio Tondani

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)